Informazioni culturali: lavorazione del cuoio e tessitura

Grazie alla elevata presenza di lana di pecora è stato possibile sviluppare con notevoli risultati, la tessitura artigianale dei tappeti. Sono due le principali metodologie di tessitura adottate: il tappeto annodato, tipico della zona di Avigliano, e il tappeto kilim, prodotto principalmente a Savoia di Lucania.

In particolare ad Avigliano vengono realizzati i noti costumi tradizionali ma anche presso le comunità albanesi di S. Costantino Albanese, S. Paolo Albanese e Cersosimo, luogo in cui ancor oggi i prodotti dell’artigianato locale sono realizzati con l’ausilio di antichi strumenti come le rocche, filatoi, telai a mano e spole.

Degno di nota è la realizzazione ad Avigliano di un costume per la Regina d’Inghilterra, tutt’oggi il merletto e il ricamo sono tecniche adottate in tutta la Lucania.

Cuoio

Un banco di oggetti in cuoioUno dei materiali maggiormente lavorati dal popolo lucano durante tutto il settecento, infatti le principali concerie le ritroviamo a Palazzo San Gervasio, dove il cuoio di scarso valore veniva utilizzato per le rifiniture nelle camerette e ad Avigliano, anche se non erano presenti concerie, erano presenti molti calzolai che fornivano anche la zona di Potenza.

Nella città di Senise erano lavorati sia il cuoio della regione sia quello proveniente dalla Spagna, noto con il nome di sfiingerài, mentre Viggiano e Moliterno erano specializzati nella preparazione degli ingrassamenti del cuoio e delle pelli bianche che venivano utilizzate per la realizzazione dei grembiuli delle donne contadine.

Una fabbrica di cappelli era presente, fino al 1908 circa, a Laurenzana dove veniva utilizzato un piccolo macchinario per realizzare 12 cappelli al giorno. Oggi è possibile ritrovare laboratori in attività che producono con minuziosa cura portachiavi, cornici, agende , portafogli con uno stile originale e moderno.
 

Tessuti

Una sigaretta di lanaUn ramo dell’artigianato molto particolare è la produzione di tessuti che, nonostante ciò, ha riscontrato grande successo in tutta la regione. Sin dal 1800 a Rionero in Vulture è stata confermata la presenza della produzione di cappelli di lana, nella città, fino al 1915, erano presenti numerose industri che si occupavano di impastare la lana per trasformarla in un panno molto compatto tanto da essere impermeabile alla pioggia.

I cappelli erano utilizzati principalmente da pastori e contadini, erano solitamente a cupola tonda caratterizzati da tese larghe, acquistati soprattutto dai contadini pugliesi. Questo commercio nasce poiché la città di Rionero era tappa obbligata per la transumanza delle mandrie che provenivano dalla marine della Puglia fino alle alture della Lucania.

Nel 1800 era tipica la produzione di un cappello a punta smussata presso Lagonegro, caratterizzato dalla forma a cono alto e realizzato in feltro molto duro, assenti gli ornamenti, fettucce e nastri, tale attività durò fino al 1895.