Viaggiare in Basilicata: Matera e il Parco della Murgia Materana

Chiesa rupestre Convicinio di S. Antonio, MateraTracce dell’uomo in queste terre risalgono sin al tempo preistorico, con veri e propri stanziamenti verso il Paleolitico, in base ai reperti rinvenuti nella Grotta dei Pipistrelli, e al Neolitico, in base ai reperti rinvenuti nel villaggio di Murgecchia, Murgia Timone e Trasanello.

La maggior parte delle testimonianze relative a tali periodi storici sono custodite presso il Museo Nazionale “Domenico Ridola” a Matera, ma sono anche presenti numerose testimonianze che risalgono al periodo greco e romano nella zona di Montescaglioso. In base a tali rinvenimenti, si sostiene che in questi secoli il territorio che interessa il Parco della Murgia fosse abitato prevalentemente da pastori e mandriani che si stabilizzarono in piccoli villaggi ricavati nelle caverne naturali.

Tale ipotesi è avvalorate dalla presenza di un manto boscoso, un tempo presenta nel Parco, adatto al pascolo di bovini e di ovini, ma furono proprio queste popolazioni che lasciarono un segno indelebile nel rapporto in queste terre tra l’uomo e la natura con la realizzazione di casali e villaggi rupestri come Cristo la Selva, S. Nicola all’Ofra, Villaggio Saraceno e molti altri. Presenti anche ovili edificati sulla base delle esigenze degli animali, particolari per i caratteristici muretti a secco e per l’esposizione a Sud.

Il mondo rupestre abbraccia anche la religione infatti, con l’immigrazione di popolazioni greche provenienti dalla Sicilia e Calabria, gli Armeni, gli Schiavoni e gli Ebrei, ognuno con differenti tradizioni, modificarono le grotte per ricavarne chiese, cappelle, cenobi arricchite in seguito da elementi architettonici caratteristici della liturgia greca e latina.

Un elemento peculiare di queste tradizioni artistiche delle chiese rupestri all’interno del Parco, è rappresentato dalla maestosa serie di affreschi rinvenuti, molto spesso in ottime condizioni, risalenti a partire dal IX-X secolo, simbolo della cultura longobarda, latina-occidentale e bizantina.

Ma il legame che riunisce l’uomo e la natura all’interno del Parco occupa anche un arco temporale compreso tra il 1500 e il 1900 con lo sfruttamento del terreno da un punto di vista agricolo-pastorale che porterà all’edificazione di masserie, sistemi di canalizzazione, cisterne collegate tra di loro in una rete viaria collegata direttamente con la città di Matera, ancor oggi utilizzata per gli spostamenti nel Parco.

Nel parco è possibile visitare le meravigliose masserie patronali, alcune persino fortificate, disposte lungo tutto il perimetro, oggi mete privilegiate dai turisti.