Rioni del centro storico di Pisticci
Terravecchia
È la zona più antica della città dalla quale franò il recente rione Dirupo nel 1688. Possiamo ammirare il castello, la porta del paese, la Chiesa dell’Annunziata, la Chiesa Madre, i resti della Chiesa della Madonna della Stella e diverse costruzioni gentilizie.
In questa zona si trova il torrione dell’acquedotto dell’Agri, risalente al periodo fascista, una riserva d’acqua per il fabbisogno del paese affiancato da un secondo serbatoio, di minori dimensioni, posto a Montalbano Ionico.
Per la realizzazione del torrione fu eliminato il castello normanno – svevo di cui rimane una fortificazione quadrata, il mastio (identificazione incerta) che fino a pochi anni fa veniva utilizzato come ricovero per le capre. Una situazione simile la troviamo al castello di Lagopesole, di origine federiciana, di recente restaurazione.
Osannale
Un piccolo rione inserito nella frazione di Terravecchia, è strutturato da una piccola piazza e una serie di vicoli limitrofi. Da notare la Croce delle Palme posta nella piazzetta, pietra bianca disposta su di una lunga base cilindrica, eretta in memoria dell’eccidio di innocenti avvenuto in tal zona e diretto dal “capobanda” Pagnotta.
Loreto
Posto a ridosso del rione di Terravecchia, Loreto deve il suo nome alla chiesa della Madonna dello Rito, indicazione trasformatasi con il tempo appunto in Loreto. Inoltre, un tempo, Loreto ospitava le antiche carceri cittadine, o meglio “mandamentali”, poiché il paese era sera di Mandamento.
Dirupo (comunemente in dialetto T'rrup)
Il nome deriva dall’infausto episodio della frana avvenuta nel 1688, infatti la frazione sorge sulle rovine causate dallo smottamento.
Anticamente il rione era abitato per la maggior parte da contadini, nessuna traccia di professionisti o nobili, nonostante ciò ebbero il coraggio e la determinazione nel costruire nuove abitazioni sui resti delle loro case precedentemente distrutte, dato che il tentativo di ricostruirle in altre zone fallì a causa delle ingenti richieste del magnate locale De Cardenas.
Marco Scerra (comunemente in dialetto Mac'Scerr)
Il nome della frazione deriva dal proprietario della vigna dalla quale si formò il rione, il brigante Marco Scerra. La seconda piazza principale, Piazza Plebiscito o San Rocco, è posta verso l’estremità del rione attorno alla quale possiamo osservare la chiesa del Santo Patrono, l’agenzia delle entrate e la Torre dell’Orologio. Il palazzo dell’agenzia delle entrate, di recente costruzione, fu edificato sui resti di un palazzo gentilizio, Palazzo Durante, riuscì a resistere all’incombenza della frana ma non all’abbandono da parte dei cittadini che ne causò il successivo crollo.
Tredici
Il nome del rione si riferisce ad una delle abitazioni che un tempo si affacciavano sull’attuale Via Manzoni.
Cammarelle
Il nome del rione ha origine dal proprietario del vigneto dal quale si sviluppò la frazione a partire alla metà del 1900. In questa frazione fu trovata la fornace del più famoso ceramista italiota “Pittore Pisticci” della quale non sono pervenuti resti.
Municipio
Il nome deriva dall’antica presenza del Vecchio Palazzo Municipale, dove oggi ha sede il tribunale. La struttura è posta nella parte centrale del rione, adiacente alla piazza principale che ospita anche il Convento, struttura dalla quale si ricavò il palazzo Municipale. Infatti, l’antico chiostro sovrastato da una meridiana è stato trasformato in una sala di udienze consolari.
Picchione (raramente Montebello)
Il nome deriva dalla famiglia proprietaria del terreno sul quale il rione ebbe origine a partire dal 1700. Nella frazione è posta una piccola chiesa inizialmente sconsacrata e successivamente ricostruita e dedicata alla Madonna d’u clumm, del fiorone “fico primitivo”, il frutto che matura nel mese di luglio, mese in cui si svolge la solennità religiosa.
Piro
Inizialmente indicato come Contrada del Pero, a causa della notevole presenza di piante di pero in questa zona, iniziò ad espandersi dal 1800.
Acquisì notevole importanza grazie alla presenza del cinema “Colosseo”, posto in via Basento quasi affacciato sulla sottostante via Cammarelle, un’opera singolare sia dal punto di vista costruttivo che educativo.
Croci
Il nome deriva dalla presenza, nella frazione, di cinque croci edificate nel 1752 in seguito a speciali predicazioni missionarie, prima della loro costruzione il rione si chiamava Contrada Belvedere. La zona posta a Sud del rione è retto da una muratura in cemento armato costruito in seguito alla frana avvenuta nel 1975, durante la quale fu in gran parte distrutto. In seguito a tale frana furono edificate anche la villa comunale e altre strutture sportive.
Le Matine
Comprese nella zona orientale della città prendono il nome da un termine dialettale “mattine” per indicare che tale frazione è la zona del centro urbano esposta al primo sole. La frazione Matine è formata da tre rioni:
Matina Soprana – vede i primi insediamenti a partire dal 1700 con la formazione di alcune case sparse che man mano furono inglobate nell’avanzamento della città costruita.
Matina Sottana – nasce a partire dalla metà del 1800 come ampliamento di Matina Soprana.
Matina Nuova – Zona più recente della città, le prime abitazioni furono edificate nel 1880 anche se fu effettivamente popolata solo in seguito alla seconda Guerra Mondiale. Inizialmente fu la Contrada delle Case Popolari, oggi identificata come Ina Casa, una costruzione ingente che in passato acquisì notevole importanza in quanto forniva l’opportunità di disporre di un’abitazione quasi senza spese. Nella frazione sorgono il Commissariato di Polizia, la caserma dei Carabinieri, la Parrocchia Cristo Re, il Liceo Classico Giustino Fortunato e l’Istituto Professionale.
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