Tradizioni locali in Basilicata. Visita la Lucania!
Orgogliosi della propria terra, i Lucani sono stati in grado di tramandare e conservare la loro identità locale che si identifica in tradizioni solide e una generosa ospitalità attraverso un carattere tenace e deciso, indispensabile per la realtà di una popolazione. Non sono state sufficienti le dominazioni e le intemperie politiche, la Basilicata dopo tante cadute si è sempre rialzata anche se su un terreno ribelle al lavoro. Terre di illustri poeti come Luigi Tansillo, Albino Pierro, Rocco Scotellato, Leonardo Sinisgalli o storici e letterati come Tommaso Stigliani e Giovan Battista Bronzini.
Negli ultimi anni hanno assunto un ruolo decisivo per lo sviluppo della cultura i circoli culturali che portano alla conoscenza e alla valorizzazione del territorio, come l’Università della Basilicata che ha trasmesso nuovi stimoli per la ricerca delle proprie radici culturali. Un esempio sono le mostre internazionali di scultura che si svolgono presso le chiese rupestri di Matera, un avvenimento spinto da un desiderio culturale che da oltre dieci anni coinvolge numerosi artisti di eccellente valore che danno vita a un originale rapporto con l’arte, favorito sia all’atmosfera lucana sia per la minuziosità adottata nella selezione delle opere.
Uno degli aspetti principali della tradizione lucana è la festa popolare che, ancor oggi, rappresenta una forma di identità sociale. L’aspetto più rilevante è la capacità di questi eventi di riunire tutti i cittadini in un evento che porta al ritorno delle origini dell’emigrante, una festa che il più delle volte appartiene a rituali precristiani. Numerose solo le feste che si trovano a cavallo tra radici religiose e pagane, un esempio sono le celebrazioni per il ringraziamento per il raccolto e quelle per ingraziarsi quello dell’anno a seguire.
Un esempio di festa pagana è il Maggio di Accettura. Manifestazioni simili le ritroviamo presso Pietrapertosa, Oppido Lucano e Garaguso, mentre a Potenza la Sfilata dei Turchi, una vera e propria celebrazione storica. A Matera il 2 Luglio si svolgono i festeggiamenti per ringraziare la Madonna della Bruna, celebrazione presenta da più di seicento anni, anche in questa occasione con origini leggendarie.
Una bellissima donna, in condizioni di estrema povertà, vicino alla città di Matera chiese un passaggio ad un contadino che passava dal quelle parti su di un carro, il contadino offrì il passaggio. Giunti all’ingresso della città la donna dichiarò di essere la Madonna e domandò al contadino se fosse disposto a consegnare un messaggio al Vescovo della città, quest’ultimo letto il messaggio si recò immediatamente, con un gruppo di fedeli, presso il luogo dove si trovava la Madonna. Arrivati sul posto trovarono solo una statua della Madonna posta su di un carro trionfale, per ordine del vescovo il carro doveva essere portato nella città ma, allo stesso tempo un gruppo di soldati ricevette l’ordine di sequestrare il carro, il popolo decise di distruggere il carro per conservarne almeno una sua parte.
La tradizionale festa prende avvio all’alba con la processione dei pastori e termina con la sfilata del Carro e la sua distruzione con un assalto popolare. La distruzione del carro è simbolo di buon auspicio per il raccolto, chi riesce a prenderne una parte avrà fortuna per l’anno successivo. Fortissima tradizione popolare è il Venerdì Santo a Barile a partire dalla metà del 1600 vengono rispettati i Misteri della Passione, i cittadini partecipano in modo molto sentito e commosso alla Via Crucis, ripercorrendo le antiche manifestazioni del dolore tipiche della veglia funebre.
Altro elemento degno di nota che appartiene alla tradizione rurale è la collocazione tipica della casa contadina, uno stile architettonico che negli anni subisce sempre nuove modifiche e che, ormai anche nella città, è presente solo come ricostruzione. Presso i Sassi di Matera ritroviamo la tradizionale abitazione contadina, una delle più rappresentative come emblema della condizione sociale di tutto il popolo lucano.
Un tempo si ricavava l’abitazione all’interno delle grotte, ovviamente senza le finestre e con pareti molto umide, luogo in cui si stabilizzava il contadino con la sua famiglia al seguito e gli animali necessari per il lavoro. Fondamentale era la disposizione e l’organizzazione dell’arredamento orientato alla conservazione delle scorte alimentari, mentre gli utensili venivano costruiti per intero dalla famiglia mentre gli animali soggiornavano in fondo alla caverna.
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