Punti di Interesse turistico

Alcuni tra i luoghi più interessanti del Parco Regionale Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane.

Informazioni turistiche: La Foresta di Gallipoli Cognato

Compresa nel territorio comunale di Accettura, Oliveto Lucano e Calciano, la foresta di Gallipoli Cognato si stende complessivamente per 4.159 ettari ed è il risultato dell’unione di due tenute boschive: il Bosco di Gallipoli e il Bosco di Cognato, oltre ad essere particolarmente interessante per l’elevate variabilità altimetrica, infatti si parte da quote di 200 metri, sui territori posti al confine con l’alveo del Basento, fino al 1.319 metri del Monte Impiso.

E’ possibile individuare articolati ambienti forestali e vegetali, di cui alcuni si estendono su un vasto territorio. In questo territorio è possibile incontrare i cisti, l’erica arborea, utilizzata per la fabbricazione delle pipe. Presso Palazzo, nucleo organizzativo dei servizi del “Parco Gallipoli Cognato”, i cerri, che rappresentano la specie più significativa e rigogliosa della zona, si presentano maestosi accompagnati da singolari esemplari di carpino bianco, carpienella e acero.

Allo stesso livello altimetrico del cerro, possiamo trovare il farnetto, anche se meno frequente, diffuso in particolar modo su Monte Croccia. Sempre raro p il tiglio che, nelle zone meno accessibili cresce e si rinnova con singolare rapidità. La flora è ricca di viole, pratoline e ciclamini, desta interesse la presenza dello zafferanastro lungo le radure destinate ai pascoli. Presso i corsi d’acqua troviamo il frassino ossifillo, una specie diffusa in tutta la Basilicata, ma anche il pioppo tremulo, i salici o il pioppo bianco.
 

La natura in Basilicata: Le Dolomiti

Un evidente contrasto creano le Dolomiti inserite in un paesaggio dalle forme dolci e arrotondate come l’adiacente montagna del Capperino. La suggestione di queste immense masse rocciose è incrementata dal torrente Rio di Capperino, affluente del Basento che ha formato la profonda gola che separa a Nord le Murge di Castelmezzano dalla costa di S. Martino a sud.

Informazioni turistiche: Le Piccole Dolomiti Lucane

Le Piccole Dolomiti LucaneLe Dolomiti Lucane sono caratterizzate da elevate guglie che, grazie alle loro sagome, hanno ispirato nomi fantasiosi come l’incudine, la civetta, l’aquila reale, ecc. L’origine della montagna risale a circa 15 milioni di anni fa, nel Miocene medio, quando si crearono in fondo al mare le arenarie che oggi formano le rocce.

Le vette più alte sono quelle della Costa di S. Martino, chiamate Piccole Dolomiti, ma la stessa importanza ricoprono le guglie di Monte Carrozze e i picchi delle Murge di Castelmezzano. Nelle zone più impervie delle Dolomiti dimorano meravigliosi esemplari di nibbio reale, falco pellegrino e nibbio reale.

Nonostante le caratteristiche naturali delle guglie non consentano presenza significativa di vegetazione, possiamo trovare singolari specie di piante come l’onosma lucana, la lunaria annua e la valeriana rossa. Adiacenti alla vette delle Dolomiti troviamo i comuni di Castelmezzano e Pietrapertosa, lungo le strade dei paesi vicini è possibile ammirare lo splendido panorama delle Dolomiti e percorrere i numerosi cammini turistici per raggiungere le zono più suggestive.
 

Visita i parchi della Basilicata: Il Bosco di Montepiano

Si estende lungo un territorio di oltre 800 ettari che si distribuiscono lungo una fascia altimetrica compresa tra i 750 e i 1158 metri. Il bosco in direzione est/sud-est si affaccia sulla pianura di Metaponto e verso ovest si congiunge con la dorsale dell’Appennino lucano. Sotto un profilo geologico, il sottosuolo risale al periodo del Miocene e al Miocene Cretacico, mentre il suolo fa parte del gruppo delle terre brune mediterranee.

I percorsi fluviali ritornano verso il bacino idrografico del fiume Cavone, di regime stagionale: i percorsi principali sono: il torrente Salandrella, lo Zingaro e il torrente Poste. La presenza arborea è caratterizzata da querce, con rare presenze di pero e melo selvatici, aceri e ontani napoletani, mentre, la presenza degli arbusti, distribuiti in base alla densità e alla composizione sugli aspetti stagionali, è caratterizzata da cornioli, biancospini, rovi, agrifogli e pruni.
 

Informazioni turistiche: Accettura

La festa del maggio di AccetturaProseguendo verso la Basentana fino ad Accettura troviamo una foresta rigogliosa che è possibile osservare non solo esteriormente ma anche nella zona interna grazie alla presenza di un tracciato stradale che si avventura all’interno dei boschi tra zone di luce profonda e penombre. Un manto verde che sembra avere tante facce diverse quante sono le gradazioni della luce, un esteso terreno erboso che sembra non avere quasi fine se non fosse per i piccoli paesi posti sulle creste del paesaggio: Cirigliano, Garaguso e San Mauro.

Prima di accedere alle città troviamo differenti forme insediative come villaggi e borghi tra ruderi e fortificazioni come Tempa del Monte e Serra Antica p resti di edifici medievali o castelli presso Tempra Castello, mentre lungo la strada verso Stigliano, due chilometri da Accettura troviamo i borghi più piccoli e caratteristici della Basilicata. Fontana Francesca, borgo del bosco di Montepiano, è stato il luogo dello storico scontro tra la bada dei briganti e la guardia nazionale nel 1862.

Proseguendo lungo la strada dei briganti possiamo raggiungere Oliveto Lucano fino a Salandra. Interessanti mete turistiche, prima di accedere nei paesi limitrofi, sono i paesaggi naturali circostanti che propongono tradizionali frammenti latifondisti come le masserie. Una delle esperienze più interessanti in queste terre è il rito del Maggio, che ha reso nota Accettura.

Partendo dal bosco si ha l’impressione di ripercorrere il rito della sagra di Maggio basata su antichi culti arborei: l’albero maschio, alto e dritto, appunto rappresentanza del maggio, è necessario cercarlo a Montepiano, la sposa, la “cima” dell’agrifoglio, bisogna trovarla nella foresta di Gallipoli Cognato.

Per tali motivazioni i cortei partono dalle due parti opposte della città e dalle due strade opposte che si riuniscono nella piazza dove ogni anno in occasione dell’Ascensione e della Pentecoste avviene la cerimonia nuziale in un teatro all’aperto, di recente costruzione posto vicino al Municipio, sulla cui parete è stata raffigurata la festa di Maggio per mano del pittore Costantino Udrov.
 

Informazioni turistiche: Calciano

Calciano è un piccolo paese della Lucania posto su un alto promontorio che domina la riva destra del fiume Basento, proprio sul confine delle due provincie della Basilicata. Se siete lungo la valle del Basento potete ammirare, grazie all’ottima visuale, la chiesa matrice che anticipa l’abitato posto lungo una collinetta a più di 400 chilometri di altitudine.

L’abitato è separato, attraverso la strada di fondo, da una un largo lembo di terra destinato ai campi arati e ai numerosi uliveti che disegnano strane geometrie. Il paese, per tradizione, viene metaforicamente identificato come una delle porte del Parco di Gallipoli Cognato, vista la notevole vicinanza all’area protetta rispetto agli altri paesi vicini.

Attraversando il breve tratto di strada provinciale che unisce la valle del Basento con il centro abitato, possiamo ammirare i resti dell’antico paese medievale “Cancium”, tra i resti ritroviamo la fortificazione, probabilmente un Castello o una Rocca, la chiesa della Rocca e la cinta di Santa Caterina. La suddetta fortificazione consiste in un Castello di provenienza Osca o Ausonica, alternata lungo tutto il perimetro da una serie di grotte, in passato abitate è di recente in via di recupero. Nella zona sottostane verso destra si trova la Chiesa della Rocca, di stampo normanno con una struttura abbaziale.

Sul lato sinistro troviamo la Cinta di Santa Caterina, che sovrasta il burrone della Venicella, accompagnata da due esigue grotte scavate nel tufo e due pareti sulle quali sono raffigurate l’icona di Santa Caterina, S. Antonio Abate e Lucifero, probabilmente appartenute ad alcune Chiese rupestri. Quando si entra nel paese si ha la sensazione di aver abbandonato il frastuono e di entrare in un mondo in cui regna l’ordine, la pace e la tranquillità grazie al cinguettio degli uccelli ed al panorama meraviglioso.

Di questo piccolo centro della Basilicata colpisce molto l’agevole viabilità, le strade decorate con numerosi alberi, l’ordine e la pulizia che invoglia a lunghe passeggiate in un clima sereno, il luogo ideale per chi vuole godere di un soggiorno tranquillo e disintossicante.
 

Informazioni turistiche: Castelmezzano

CastelmezzanoUno dei paesi più misteriosi di tutta la Basilicata posto sul profilo delle dolomiti lucane che vi fa accedere in uno spazio posto all’interno di una natura caratterizzata da rocce arenarie, plasmate dagli agenti atmosferici, sculture naturali ingenti, le sentinelle della città di Castelmezzano. Osservate attraverso condizioni atmosferiche favorevoli con diverse gradazioni di luce hanno ispirato diversi nomi alquanto fantasiosi come Grande Madre, Bocca del Leone, Incudine, ecc.

I primi popoli che si rifugiarono in queste zone furono gli Arabi che, vero il IX secolo, raggiunsero queste terre dirigendosi anche verso Abriola, Tursi e Pietrapertosa, questi popolo apprezzarono molto gli aspetti naturali del luogo, infatti utilizzarono la natura come una vera e propria risorsa. La Chiesa Madre, che risale al XIII secolo, custodisce la meravigliosa statua della Madonna col Bambino, “Madonna dell’Olmo”, che risale al XIV secolo.

Oltrepassando l’accesso naturale al paese, una galleria interamente scavata nella roccia, dopo alcune curve, si giunge ad un assetto urbano spettacolare con una piazzetta belvedere che garantisce un’ottima visuale verso tutte le zone della città. Dalla città, percorrendo una serie di sentieri e di gradinate è possibile raggiungere le Murge, mentre una caratteristica scaletta ricavata nella roccia porta ad una zona di vedetta presso i resti della cinta muraria e del castello di “Castrum Medianum”.

Oltrepassato un ponte in pietra, con arcata unica del periodo preromano, si raggiunge Pietrapertosa. Persino le feste seguono la caratteristica naturale della città-natura:

  • la Festa della Madonna del Bosco, prima domenica di maggio,
  • la Festa del "Maggio"
  • la Festa di S. Antonio 13 settembre con scalata del "Masc", l’albero della cuccagna.
     

Informazioni turistiche: Oliveto Lucano

Tutte le città vivono grazie a un duplice istinto rigenerativo, uno verso l’interno, protettivo con una funzione stabilizzante e di origine femminile, l’altro verso l’esterno con la funzione di rapportarsi con il mondo. Tale sistema molto complesso a volte prende forma, definendosi tramite uno schema a “pesce” nel quale si identificano due parti ben chiare del paese.

A Oliveto Lucano la prima parte si identifica nella zona ovoidale più antica, con funzione difensiva che si estende verso ovest-est, includendo una determinata zona, definita dalla piazza ducale, nel suo punto più alto, dove possiamo ritrovare anche la Chiesa Madre caratterizzata da una struttura basilicale romanico.

Il resto dell’assetto urbano, il punto in cui il corpo ellittico si appiattisce, si definisce, in posizione sottostante la piazza Umberto I dalla quale si diramano una serie di strade che definiscono in un sobborgo, che rappresenta la coda del pesce. L’elemento più interessante di Oliveto Lucano è la posizione della piazza Umberto I, quasi direttamente collegata con il bosco attraverso un piccolo parco retrostante.

Anche qui, come ad Accettura, si festeggia nel mese di Maggio, la festa di San Cipriano, il santo protettore del paese; in tale occasione la piazza assume la funzione di porto del paese, divenendo luogo del mercato, della festa e della fiera, ma anche simbolo della tradizione, delle risorse della natura che qui vi si riuniscono.

Il casale di Garaguso, nel 1850, si separò da Oliveto Lucano diventando autonomo, con un tradizionale impianto medievale, oggi questo piccolo paese è famoso per la riproduzione di capre maltesi e per il suo territorio fertile di uliveti, colture cerealicole e di vigneti.
 

Pietrapertosa: le Città del Parco

Veduta di PietrapertosaCollocato nella parte alta della valle del Basento, di spalle rispetto alle Dolomiti Lucane, Pietrapertosa è circoscritta dai limitrofi paesi di Accettura, Campomaggiore, Cirigliano, Laurenzano, Gorgoglione e Castelmezzano.

Uno dei numerosi paesi della valle scelti dagli Arabi, anche Pietrapertosa mostra un duplice atteggiamento, uno rivolto verso l’esterno sul fronte difensivo e l’altro più aperto e sicuro verso l’interno ma sempre all’erta con il labirinto della rabatana. Qui, le strade interne terminavano in un fondo cieco, a volte a ridosso della rupe, luogo in cui difficilmente si trovano orti o lembi di terra.
 

 

Fra i noti e molteplici luoghi di interesse della città ritroviamo:

  • Chiesa di San Giacomo Maggiore (Matrice) o Chiesa Madre, costruita nel 1400.
  • Convento di San Francesco fondato nel 1474 edificato per ospitare i Frati Minori Osservanti locali; al suo interno è custodito il dipinto Apparizione del Bambino a S. Antonio da Padova realizzato dal Pietrafesa nel 1631.
  • Cappella di San Cataldo situata innanzi al Castello Normanno- Svevo vi è un piccolo luogo di culto: la Cappella di San Cataldo.
  • Cappella della Madonna del Rosario
  • Cappella di S. Rocco
  • Cappella del Purgatorio
  • I portali, tipici quelli che si osservano lungo Via Garibaldi, residuo delle vecchie case baronali del paese.
  • Arco di San Giovanni
  • Castello Normanno-Svevo, precedentemente appartenuta al re Bomar in seguito diventò il castello Normanno - Svevo, attualmente in stato di rudere.
  • L'Arabata, il quartiere più antico di Pietrapertosa, il cui nome deriva dagli arabi del re Bomar (838)