Informazioni turistiche e culturali: la Magna Grecia
Visitare Policoro: Museo della Siritide
Era il 1969 quando fu inaugurato il museo, posto nel parco archeologico, nel quale possiamo ammirare, grazie ai numerosi reperti rinvenuti, le fasi della presenza dell’uomo in questo territorio a partire dal neolitico fino alla romanizzazione di Herakleia, in origine colonia greca. Di recente riallestimento, si ha la possibilità di ripercorrere cronologicamente tutti i periodi storici del territorio, un’area è anche dedicata alle testimonianze indigene lucane e enotrie, e una zona dedicata all’andamento diacronico dello sviluppo di tali culture. Il museo si suddivide in cinque zone principali: nella prima area sono collocati i reperti del periodo preistorico e protostorico, del Neolitico sono i reperti di datazione più antica rinvenuti nelle grotte di Latronico e nei dintorni, consistono in ceramiche impresse con decorazioni a fasce rosse del VI-III millennio a.C.
Il corredo posto nella tomba megalitica di Tursi, contenitore di terracotta con bottoni e raffigurazioni geometriche e pugnali in rame, appartiene all’età del Bronzo, probabilmente di un capoclan del 2000 a.C., notevole la testimonianza dei rapporti con i micenei verso il tardo Bronzo, ceramiche micenee di importazione e di produzione locale.
Ultima sezione del museo riguarda lo sviluppo delle popolazioni interne che diedero vita alle culture enotrio-italiche. La seconda zona mostra la presenza dei greci e la fondazione, nel VII secolo, di Siris; di questo periodo sono stati rinvenuti reperti del tempio arcaico e delle necropoli vicine a testimonianza della presenza delle popolazioni indigene con quelle greche locali. La terza sezione del museo è dedicata alla fondazione di Heraclea sui resti della città di Siris, ormaii distrutta nel VI secolo, nella quale si apprendono i vari aspetti della vita nella città a partire dal 432 a.C., la data della sua fondazione, fino alla romanizzazione avvenuta nel III secolo a.C.. Si nota la fiorente produzione di ceramica grazie all’ingente numero di reperti rinvenuti, per lo più statuette e pinakes a scopo votivo, maschere teatrali, una serie di didascalie di fornaci con resti di matrici e vasellame, matrice a rullo utilizzata per decorare a stampo i recipienti posti nei cortili delle case ellenistiche.
Inoltre anche nei santuari di Demetra e Dioniso sono stati rinvenuti un gran numero di statuette votive, hydriai con fiaccole a croce, monete romani e magno-greche, laminette in bronzo, particolare interesse desta il cratere laconico di vernice nera del VI secolo, utilizzato nel IV con la funzione di contenere piccole hydriai votive, inoltre notevole è anche la tipica ceramica nera di Gnathia. Testimonianze del periodo romano, in particolare delle sommosse sociali del I secolo a.C., sono i rinvenimenti di piccoli tesori si monete e gioielli.
Particolarmente prezioso è il materiale esposto nella zona dedicata alle necropoli magno greche, crateri hydriai e pelikai usati per riti a incinerazione e vasellame vario deposto per le inumazioni. Un esempio di tali preziose testimonianze è la tomba di Policoro che risale al 400 a.C., conserva grandi vasi con decori rossi di grande qualità realizzati da pittori italioti, esempio è la pelike del pittore delle Carnee sulla quale è raffigurato il ritorno delle Eraclidi e l’hydria sulla quale è raffigurata l’uccisione di Sarpedonte ad opera di Policoro.
L’ultima sala ripropone la testimonianza delle culture enotrie, fino al VI secolo, e quelle lucane, fino al V secolo, nelle zone della val d’Agri e del Sinni. Il primo popolo conserva documentazioni derivanti dai corredi delle necropoli di Anglona, Tursi e Chiaromonte, di datazione successiva sono i corredi funebri appartenenti ad una tomba della necropoli di Armento, risalente alla fine del VI secolo. Della popolazione indigena lucana sono i reperti rinvenuti nel santuario di Eracle del IV secolo a Serra Lustrante, vasi con figure rosse di appartenenza greca utilizzati nei corredi funerari, esemplari di grande valore ad opera del pittore Roccanova.
Informazioni turistiche: Policoro - L'antica Heraclea
La città greca Heraclea, venne fondata dagli abitanti di Taranto sulle rovine della città di Siris nel 434/433 a.C., il nome deriva dall’eroe romano Ercole. Dai fondatori, Heraclea ereditò le istituzioni politiche e la lingua e ben presto divenne un centro molto importante, infatti, nel 374 a.C., diventò capitale della Lega Italiota sostituendo Thourioi, sotto il dominio Lucano. Da questo momento in poi, la città fu protagonista di un fiorente periodo politico, nel 280 a.C. fu coinvolta nel conflitto tra Roma e Taranto, e fu campo di battaglia per Pirro che scacciò i Romani con i suoi elefanti.
È molto probabile che siano di questo periodo le Tavole di Heraclea, testimonianza fondamentale per la storia di tutta la Magna Grecia, oggi custodite nel Museo di Napoli. Nel 72 a.C., tarda età repubblicana, la città fu oggetto di tumulti sociali che videro il devastante passaggio di Spartaco, il popolo scappò dalla zona bassa della città e si rifugiò nella parte alta. Heraclea decadde del tutto nel periodo imperiale.
Turismo a Policoro: L'Antica Siris
Costruita nel 680 a.C. per mano dei Colofoni originari dell’Asia Minore, Siri fu devastata da una coalizione di Achei verso i primi anni del VI secolo a.C. In seguito ad un periodo di totale abbandono, fu ricostruita dalle colonie di Taranto e Thuru con il nome di Heraclea. Alle porte della città si svolse il primo scontro tra i Romani e Pirro nel 280 a.C. Particolarmente interessante è il Parco Archeologico, posto alle spalle del Museo Nazionale della Sirtide, nel quale possiamo ammirare i resti dell’antica città.
Di notevole interesse sono anche i santuari di Demetra e il Tempio Arcaico in onore di Dionisio del VII secolo a.C. Inoltre, sempre nei pressi di Policoro, è posto il Bosco Pantano nel quale possiamo ammirare specie animali tipiche del clima temperato-umido, insolito rispetto a quello ionico. La città è anche un importante centro balneare di tutta la regione fornita di diverse strutture turistiche per le vacanze estive.
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