La tua villeggiatura al Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano

Informazioni
Turistiche

Superficie a terra: 10.856,00
Regioni: Basilicata
Provincie: Matera
Comuni: Matera, Montescaglioso
Ente Gestore: Ente Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano

Ente Parco:

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Uno dei paesaggi più spettacolari in tutta l’Italia a testimonianza del remoto rapporto tra la natura e l’uomo, posto a pochi chilometri dal confine con la Puglia, presso Matera il Parco Regionale Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano, anche detto Parco della Murgia Materana, è caratterizzato dalla presenza di una roccia tenera che presenta profondi solchi che definiscono grotte, rupi, gravine riutilizzate dall’uomo sin dalla preistoria.
 

Informazioni turistiche: Scoprire il Parco della Murgia Materana

La Gravina di MateraNella zona posta ad ovest di Matera, il confine del Parco ripercorre una stretta fascia lungo il percorso della Gravina di Picciano che ha origine dall’omonimo colle fino alla confluenza del fiume Bradano. Altrettanto spettacolare è la Gravina di Matera, un ingente solco calcareo che si estende lungo il territorio per circa 20 chilometri fino a raggiungere la città di Montescaglioso. Una zona incantevole, a prima vista desolata ma con tesori naturalistici e tracce storiche di grande valore.

I lati posti a oriente e occidente della Gravina sono notevolmente differenti: quella posta ad oriente presenta una struttura morfologica maggiormente complessa a causa della città di Matera e della città di Montescaglioso, posto più a sud su un colle argilloso. Il lato posto ad occidente è un blocco calcareo disabitato, qui è del tutto assente la vegetazione arborea nella zona più adiacente alla città di Matera, ma è caratterizzato dalla presenta di una ricca vegetazione mediterranea nella quale sono identificabili tracce umane, un esempio sono le chiese rupestri, jazzi, villaggi preistorici, cave dalle quali viene recuperato materiale utile per la costruzione delle abitazioni dei Sassi, e le masserie.

Oggi si presenta in un’estensione di circa 8.000 ettari dove sono rintracciabili le ultime testimonianze di un bosco mediterraneo, parte del Parco della Murgia Materana. L’unicità di questo parco risiede nell’antico rapporto tra la natura e l’uomo che grazie all’Ente Gestione, viene allo stesso tempo tutelata una meravigliosa natura e numerose opere realizzate dall’uomo nel corso di tutti gli anni di vita del parco con il minuzioso lavoro dell’incisione.

Geograficamente il Parco comprende le aree delle Tufare, Murgecchia, Murgia Timone, Acito San Campo, Trasano Conca d’Aglio, Murgia Alvino, Bosco del Comune, Selva Malvezzi, Bosco di Lucignano, l’Annunziata, Selva Venusio, Murgia Sant’Agnese, Lamaquacchiola, Agna Ofra, Murgia di S. Andrea e Madonna della Murgia.

Le zone irraggiungibili rappresentate dalle pareti verticali e dalla folta vegetazione che si estende nei confini del Parco caratterizzano la creazione di zone ambientali che favoriscono la presenza di specie di volatili molto rare. Gli amanti del birdwatching hanno la possibilità di ammirare volatili come il nibbio, il biancone, il lanario, il capo vaccaio, mentre altri rapaci, come ad esempio il falco grillaio, vivono in compagnia dell’uomo, infatti nidificano sotto i tetti delle case abbandonate dei Sassi di Matera o sotto il tetto dell’Abbazia Benedettina di Montescaglioso.
 

Informazioni culturali: Cenni di Storia Geologica del Parco

Desta particolare interesse la storia geologica della Murgia Materana, in seguito ad abbassamenti e sollevamenti tettonici del periodo del Pliocene e Pleistocene si formò una sedimentazione marina che darà vita ad una piattaforma carbonica.

Con la presenza del mare si formarono due tipi differenti di roccia: uno stato inferiore di qualche centinaia di metri caratterizzato da rocce cretaciche sedimentate da centinaia di milioni di anni, con il nome di “Calcare di Altamura”, mentre lo strato superiore è formato da calcareniti chiamato “Calcarenite di Gravina”, formato per il presedente disfacimento dello strato superiore ma anche per una nuova sedimentazione.

Proprio grazie alla calcarenite si ha la comparsa dell’uomo nel periodo preistorico che si rifugerà nelle grotte nate dal disfacimento della roccia friabile, allargate con la tecnica dello scavo per ricavare ulteriori spazi.
 

Escursioni nel parco: Corsi d’acqua

Non sono molti i corsi d’acqua che attraversano la Murgia Materana: uno di questi è il torrente Gravina che scende sul lato orientale di Matera, alimentato dal torrente Jesce, che prima di unirsi con il torrente forma un piccolo lago naturale chiamato in dialetto “Jurio” Gorgo. Nella roccia calcarea, ricca di fessure e permeabile, da vita a numerosi ruscelli, mentre l’acqua, durante le rare piogge, discende lungo i solchi minori fino a raggiungere la Gravina.
 

Informazioni culturali: Storia del Parco

Un patrimonio naturale unico e meraviglioso, conosciuto grazie all’opera del Circolo “La Scaletta”, a partire dal 1958. Dalla prima richiesta fino ai nostri giorni il parco è stato oggetto di numerosi soprusi come gli affreschi rubati o deturpati, le chiese rupestri totalmente demolite o saccheggiate, masserie in rovina per disinteresse o abbandono, anch’esse oggetto di vandalismo, cave deturpate a fronte di ogni valore paesaggistico, ecc..

Un raro patrimonio che negli anni si era conservato in ottimo stato, ormai devastato nel giro di trent’anni. A partire dal 1978, grazie alla legge regionale, è stata individuata in quest’area la base per la realizzazione di un Parco, il solo modo per garantire la tutela dell’area naturale. La Murgia del materano oltre ad offrire una natura selvaggia ed originale, tramanda i segni delle civiltà rupestri presenti in Italia, conservando una vastità di resti storici che ci danno la possibilità di identificare le culture che si sono alternate nel corso dei millenni, culture che si sono stanziate in un ambiente naturale particolare che ha caratterizzato la lo stessa identità.

La presenza di effettivi stanziamenti nella zona della Murgia è relativa ad un periodo molto remoto, ciò è confermato dalla presenza di stanziamenti risalenti al periodo del Paleolitico e del Neolitico. Luogo in cui regnavano pastori e mandriani, una realtà sociale che grazie alle loro tradizioni e usanza garantiva un notevole partecipazione alla civiltà contadina e a tutte quelle civiltà rupestri che, grazie agli studi e alle ricerche, hanno acquistato il valore storico che meritano.

Tali civiltà si sono espresse maggiormente nella realizzazione di chiese rupestri che, assieme alla Cappadocia, alla Siria, alla Tunisia e al Tigrai rendono la Murgia parte del fenomeno rupestre del bacino del Mediterraneo.
 

La tua vacanza nel parco: Flora e Fauna

Il falco grillaio (Falco naumanni), simbolo del ParcoNel Parco Regionale della Murgia Materana possiamo contare circa 923 specie vegetali, equivalente a circa un sesto dell’intera vegetazione a livello nazionale e circa un terzo di quella regionale, un numero importante per un’area che si estende per circa 8.000 ettari di superficie. Circa cento solo le specie definite rare tra le quali ne ritroviamo molte di influenza mediterraneo-orientale, circa 61 di nuova segnalazione relative alla flora lucana e 36 specie poste in aree geografica molto ristrette.

L’aspetto ingannevole del Parco della Murgia svela in realtà un ambiente naturale che desta stupore per il paesaggio segnato da ingenti pareti rocciose e distese ondulate, lame e gole profonde che si alternano quasi senza fine. Nella zona compresa tra la gariga (tipica formazione cespugliosa discontinua) e la macchia mediterranea, nei piccoli boschi di roverella e di fragno, è presente una ricca e pittoresca fauna.